TASI – Cos’è’, come si calcola, chi la deve pagare e quando

A breve molti cittadini, tra mille domande ed altrettanti dubbi saranno chiamati a pagare la TASI. Ma siete davvero sicuri di conoscere bene l’argomento? Potete dire con certezza di appartenere o meno al gruppo di contribuenti obbligati al pagamento di questa tassa? E se invece, senza saperlo, faceste parte degli aventi diritto ad esenzione o a sgravi?

Di seguito troverete tutte le risposte alle vostre domande, a partire dalla più importante: cos’è la TASI?

La TASI cos’è?

La TASI è un’imposta comunale.

In particolare la Tassa per i Servizi Indivisibili (questo è il significato dell’acronimo) è un contributo che ogni cittadino è chiamato a versare affinché il Comune possa garantire alla collettività un ampio ventaglio di prestazioni utili. Queste sono suddivise in servizi indivisibili e generali (ossia delle prestazioni di cui tutta la cittadinanza beneficia in maniera non individualmente quantificabile) e servizi divisibili e speciali (vale a dire erogati a chi ne faccia esplicita richiesta). Nella prima categoria rientrano beni ed attività quali la pubblica illuminazione, la cura e la manutenzione del manto stradale e degli spazi comuni (cimiteri, giardini pubblici, ecc.), la tutela di un eventuale patrimonio artistico e culturale, la gestione dell’ordine pubblico e l’erogazione di servizi socio-assistenziali. Alla seconda tipologia di prestazioni appartengono invece le scuole e gli enti preposti al rilascio di documentazione.

La TASI, insieme alla TARI e all’IMU concorre a quantificare l’importo dell’Imposta Unica Comunale (IUC) ed è stata introdotta nel 2014 a seguito dell’approvazione della Legge di Stabilità.

Come si calcola la TASI?

Dato che l’importo della TASI viene calcolato in rapporto alla base imponibile sulla rendita catastale di un qualsiasi immobile, può variare parecchio da un contribuente all’altro. Il suddetto valore va innanzitutto rivalutato del 5%. Il calcolo a questo punto non è ancora completo: il risultato sin qui ottenuto deve essere infatti moltiplicato per un coefficiente stabilito in relazione al tipo di immobile da tassare. In particolare il valore per cui moltiplicare sarà di:

  • 160 per le abitazioni
  • 140 per strutture quali i collegi, i laboratori, i luoghi adibiti alle pratiche sportive e gli stabilimenti balneari e termali
  • 80 per i semplici uffici
  • 65 per i cosiddetti immobili strutturali
  • 55 per le botteghe

Per quanto riguarda invece gli immobili a destinazione speciale (ossia i teatri, le banche, gli alberghi e tutti gli altri edifici appartenenti al gruppo “D” della tabella delle categorie catastali) non esiste un coefficiente moltiplicativo; l’importo della TASI viene infatti determinato in rapporto alle relative scritture contabili.

Come si determina la base imponibile?

Il valore della base imponibile, fondamentale da individuare per poter poi calcolare l’importo della TASI, differisce parecchio tra terreno edificabile ed agricolo. Per quanto riguarda il primo bisogna soprattutto tener conto del valore commerciale dell’intero immobile.

In questo caso, è ovvio, ci si dovrà avvalere del parere di un addetto ai lavori. Per quanto riguarda invece i terreni agricoli il contribuente dovrà rivalutare del 25% il reddito dominicale registrato al catasto. A questo punto bisognerà nuovamente far ricorso a dei moltiplicatori che oscillano tra il valore di 110 e quello di 135.

Chi paga la TASI?

La TASI è una tassa, per così dire, universale. Tale imposta infatti può essere pagata sia dai proprietari di un bene immobile che dai loro locatari. Ovviamente l’ammontare del contributo varia a seconda che si rientri nella prima o nella seconda categoria; la fetta più grossa (pari ad un valore oscillante tra il 70% ed il 90%) spetta al proprietario, la restante parte al locatario. Gli affittuari però possono essere esentati dal pagamento del contributo se dimostrano che l’immobile in questione è destinato ad abitazione principale.

La TASI deve essere quindi versata da padroni e inquilini di edifici di lusso (poco importa che lo stabile sia adibito a prima abitazione, in questo caso è comunque soggetto a tassazione), botteghe, immobili di impresa, sedi di uffici, fabbricati rurali ad uso strumentale e, ovviamente, seconde case.

Chi non paga la TASI?

Dalla corresponsione della TASI sono esentati tutti i proprietari di prima abitazione (purché, come detto sopra, non si tratti di edifici di lusso. In questo caso l’esenzione vale per i non residenti in Italia e soltanto nel caso in cui  l’immobile non venga dato in affitto o in comodato d’uso), gli assegnatari di alloggi sociali o destinati dalle cooperative al momentaneo soggiorno di studenti universitari, le caserme e le case di proprietà di cittadini costretti a vivere in stato di ricovero permanente in apposite strutture (anche in questo caso l’immobile non deve essere dato in affitto).

Ciascun comune inoltre, a discrezione della relativa Giunta, può decidere se applicare o meno delle riduzioni sulla quota da versare (in genere ciò avviene per comprovata residenza al di fuori dall’Italia per lunghi periodi di tempo, per le case di villeggiatura o se la quantità di rifiuti prodotta dagli abitanti è inferiore a determinati parametri).

Quando pagare la TASI?

Il pagamento della TASI se si sceglie di versare il contributo in due soluzioni è fissato per legge entro il 16 giugno ed il 16 dicembre di ogni anno. Diversamente ciascun cittadino può decidere di pagare l’intera cifra entro il 16 giugno. Solitamente la corresponsione del tributo viene effettuata tramite F24 o bollettini postali.

Le scadenze di IMU e TASI sono regolamentate dalla normativa di riferimento (IMU: Articolo 9, comma 3, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 – TASI: Articolo 1, comma 688, legge 147/2013)

scadenze 2018 acconto (o intera imposta) saldo
IMU 18 giugno 2018 17 dicembre 2018
TASI 18 giugno 2018 17 dicembre 2018